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Tai Chi Jo
Shaolin Jo




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Esercizio Base
Tai Chi Jo - prima parte
Tai Chi Jo - seconda parte
Tai Chi Jo - terza parte

"I Due draghi litigano per una pietra preziosa. Quale dei due riuscirà ad averla? A quello che perde non manca nulla, quello che vince non ne ha bisogno."
Joshu



Al centro viene anche proposto il Tai Chi Jo, l'uso del bastone abbinato alla forma del Tai Chi, in una combinazione fluida e armoniosa, aiuta a migliorare le posizioni e l'assetto simmetrico del corpo e quindi correggere eventuali squilibri esistenti; infine permette allo studente di combattere/difendersi con un oggetto facilmente reperibile.
I movimenti prodotti dall'utilizzo del bastone compongono spesso cerchi, semicerchi e sfere, difendendo l'utilizzatore dagli avversari da ogni lato, tenendoli lontani e permettendo di attaccarli senza che possano avvicinarsi. Alcune leggende narrano di guerrieri capaci di roteare il bastone talmente veloce da riuscire a fermare una freccia.
E' un'arte antica e nobile...

Jodo: breve storia

Le origini dello Jodo (la disciplina che vede realizzarsi il confronto di un praticante munito di Jo -bastone medio- ad uno munito di Ken -spada di legno-) sono confuse in un racconto che unisce realtà e leggenda, questa è, comunque, una caratteristica non inconsueta nelle discipline marziali di origine giapponese, quasi come se l'uso del "mito" relativo alle origini fosse un mezzo semplice di diffusione culturale, filo conduttore di un percorso storico che potrebbe avere tappe e accadimenti difficili da ricostruire in un racconto. Qui ci limiteremo a tratteggiarne i punti salienti.
Premesso questo andiamo al 16° secolo, certamente uno dei periodi più intensi della storia giapponese percorso da continue guerre civili e lotte tra i clan.
In questa era turbolenta nacque Muso Gonnosuke Katsuyoshi. Secondo i racconti più realistici cominciò ad allenarsi nelle arti marziali nell'era Keiché (1596-1611), il periodo in cui il clan Tokugawa rafforzava il suo potere in Giappone. Gonnosuke, inizialmente, si allenò nel Tenshin Katori Shinto Ryu Kenjutsu, uno degli stili più importanti per gli spadaccini del tempo, divenendone esperto maestro. Inoltre Gonnosuke studiò il Kashima Bizen no Kami. Durante l'era Kanei (1624-1629), Gonnosuke iniziò il musha shugyo (allenamento austero), mettendosi in viaggio verso la capitale del Giappone, Edo (ora Tokyo), e provare così la propria abilità opponendosi ai migliori spadaccini del paese.
Dopo averne battuto un gran numero, Gonnosuke si trovò a fronteggiare il miglior esperto di spada, Miyamoto Musashi, il quale lo sconfisse rapidamente. Alcuni racconti affermano che Musashi abbia riconosciuto il talento in Gonnosuke e, in virtù di questo gli risparmiò la vita, oppure che, più probabilmente, Gonnosuke si arrese quando la sua sconfitta era ormai certa.
Dopo il suo incontro con Musashi, Gonnosuke lasciò Edo e si mise in viaggio verso il Sud del paese, provando le proprie abilità e ricercando una soluzione per superare la maestria di Musashi.
Nel suo girovagare, Gonnosuke giunse presso il Monte Homan, una montagna che aveva da sempre un profondo significato storico e religioso.
Il sito era molto frequentato per il culto dai fedeli buddisti e shintoisti ma, per le caratteristiche del terreno era luogo di incontro e di allenamento dei Yamabushi (i guerrieri della montagna). Queste qualità del sito unite tra loro rendevano la montagna il luogo ideale per il realizzarsi di una esperienza mistica. Gonnosuke meditò per 37 giorni alla fine dei quali ebbe un sogno nel quale la rivelazione che con un bastone di legno di 4 shaku, 2 sun, 2 bu (all'incirca un poco più di un metro di lunghezza 1,28 cm.) avrebbe potuto battere qualunque spadaccino.
Dopo aver praticato e perfezionato le tecniche rivelategli in sogno (tecniche che uniscono il taglio della spada, i movimenti circolari della naginata, i movimenti di punta dello Yari), sviluppò i metodi di attacco e di difesa unici del Jo, A questo punto, si dice che Gonnosuke cercò ancora Musashi per provare l'efficacia della sua nuova arma e che in questo secondo incontro Gonnosuke inferse a Musashi l'unica sconfitta che avesse mai patito.
Gonnosuke chiamò, quindi, la sua arte Shindo Muso-Ryu Jojutsu, traducibile in "stile del Jo celeste rivelato in sogno" oppure "stile d'arte del Jo di divina ispirazione", un sistema che crebbe fino a 64 tecniche specifiche. Sebbene moltissime scuole di scherma in Giappone si siano evolute con il passare dei secoli, così come molte altre scuole d'armi dei samurai, il Jo di Gonnosuke rimase l'unico sistema di Jodo che si sia sviluppato.
Ai nostri giorni le 64 tecniche del Jojutsu sono state sintetizzate in 12 kihon fondamentali e in 12 Seitei Katachi (modelli di combattimento standard).
Molte delle posizioni e delle tecniche ricordano quelle usate per la spada, ma queste avrebbero il vantaggio dalla maggiore lunghezza del Jo. Un altro vantaggio del Jo è nel fatto che entrambi le estremità possono essere usate per bloccare e colpire.
L'allenamento deve essere svolto con molta concentrazione poiché le tecniche indirizzate al viso sono potenzialmente dolorose e debilitanti, quelle dirette agli addominali potrebbero causare serie ferite. Il Jo viene usato, inoltre, per bloccare direttamente una lama, anche se, nella maggior parte dei casi, le tecniche sono portate contro mani, polsi o braccia dell'avversario.

Video Tai Chi Orio Zecchini

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