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Sonia Crovace
Filippo Falzoni
Filippo Falzoni Gallerani (nato a Cento il 15-7-1951), si è laureato a pieni voti in psicologia ed è iscritto all'Albo degli Psicologi.
Ha seguito corsi d'analisi Junghiana, e nel 1974-75 sotto la guida del Prof Max Beluffi, ha seguito training presso l'Ospedale Psichiatrico Paolo Pini in Milano.
Ha poi seguito corsi di perfezionamento post universitari presso la "California Family Study Foundation" di Los Angeles e seminari e congressi del "Mental Research Institute" di Palo Alto, (San Francisco) e dell'UCLA (University of California Los Angeles).
Ha svolto studi approfonditi sull'opera di Ken Wilber , sull'Advaita Vedanta, sul Kundalini Yoga, sul pensiero di Krishnamurti, Ramana Maharshi, Aurobindo e di altri Maestri nella ricerca di una sintesi coerente del pensiero Orientale e Occidentale. Ha approfondite esperienze nel campo dell'ipnosi, degli stati non ordinari di coscienza e delle tecniche tradizionali del Buddismo, dello Zen, del Taoismo, dell'Induismo e dello Yoga.
Dal 1975 ha trascorso lunghi periodi in India dove ha seguito le pratiche insegnate da un maestro Shivaita per molti anni e durante i suoi numerosi viaggi (a tutt'oggi una trentina di successivi soggiorni nella sola India).
Ha incontrato Maestri di diverse scuole e tradizioni mantenendo una posizione laica ed un approccio scientifico.
E' stato il primo professionista a portare in Italia la tecnica del Rebirthing e, differenziandosi dalle scuole di origine statunitense, ha fondato e sviluppato la scuola del Rebirthing ad approccio Transpersonale allo scopo di diffondere in modo coerente con la psicologia classica e transpersonale il potente catalizzatore che la respirazione rappresenta.

Dott. Filippo Falzoni Gallerani A. R. A. T. Associazione Rebirthing ad Approccio Transpersonale
Piazza Castello, 23 - 20121 Milano Tel. 02-86 99 84 64
www.rebirthing-italia.com - E-mail: filippo.falzoni@fastwebnet.it

Il Rebirthing Transpersonale come pratica "Integrale"

Un terapeuta a tutto spettro è un archeologo del Sé. Questa tuttavia, è un'archeologia che dissotterra il futuro, non il passato. Questa archeologia del profondo, scava all'interno per trovare l'oltre, l'emergente e il nuovo, non quanto è già sepolto; gli strati più profondi ci spingono avanti, non indietro; sono strati di Eros, non di Tanatos; portano alle nascite del domani, non alle tombe di ieri.
Ken Wilber

Integrale: In-Te-Gral-è… Il gioco di parole, che mi fece notare un’amica buddista, si adatta alla all’idea di pratica integrale cui tendo professionalmente e nella vita.
L’intuizione di base è che nella consapevolezza della natura della coscienza si trova la soluzione alla sofferenza e ai problemi umani. Il tesoro è in noi, tuttavia per trovare la stabile consapevolezza del testimone impersonale, che è essenza della nostra coscienza, per realizzare la nostra pienezza e la nostra unione con il Tutto, dobbiamo riconoscere le false identificazioni, e integrare i contraddittori aspetti della personalità e i diversi livelli dell’essere. Solitamente l’individuo vive in modo dissociato e conflittuale il rapporto tra questi livelli, perché ci sono fasi dello sviluppo che non sono state completate, e dei livelli sono stati trascesi ma non abbracciati come parte di sé, bensì repressi. Trascendere l’identificazione con il corpo ed integrarlo, e così fare con l’identificazione con le emozioni, con i pensieri e con l’io, sino agli stati più sottili, è un percorso che conduce alla liberazione… ci conduce ad essere proprio ciò che siamo, consapevoli del tessuto della mente e della complessa molteplicità in cui può frammentarsi l’essere, del precarietà dell’io e dei limiti del pensiero. Tutto appare sullo specchio trasparente della Coscienza ed è superata la divisione interna tra controllore e controllato, le energie disperse nel conflitto sono di nuovo a disposizione in progetti creativi, il silenzio e il vuoto sono il sempre presente substrato di suoni e forme, il gesto armonico diviene lo stato naturale. La riacquisita autenticità rende spontanei e libera dallo sforzo. Possiamo vivere con pienezza la parte che ci ha destinato il fato ed essere pienamente umani, e nello stesso tempo, essere oltre le trame del sogno, non veramente coinvolti dai personaggi creati dall’io. Possiamo percepire con chiarezza i prodotti del pensiero, riconoscendone la trasparenza, immersi nella paradossale consapevolezza di essere il Tutto e il Nulla, l’Assoluto e il relativo, il Vuoto e la Forma.
Chi pratica intensamente la meditazione per un sufficiente periodo di tempo, giunge a cogliere che la Sempre Presente Consapevolezza o Testimone Impersonale, è il substrato di qualunque fenomeno, e che tale Sé cosciente “contiene” il mondo in modo non dualistico, in quanto ne è la sostanza.
La consapevolezza immersa nel sé porta alla trascendenza dell’io e all’unità della vita. Quest’esperienza, che può essere facilitata da pratiche psicofisiche specifiche, può accadere spontaneamente in particolari circostanze della vita ed è testimoniata da tutti coloro che nei secoli, hanno riconosciuto la natura spirituale della coscienza investigando il mistero dell’essere.
Ebbi modo di vivere un’esperienza di trascendenza simile quando avevo 20 anni, mi trovavo in California di passaggio da un viaggio motociclistico iniziato all’estremità del Sud America (partecipavo al raid: Terra del Fuoco - Alaska). Quando ero quasi giunto alla meta, un incidente con diverse fratture alla spina dorsale mi aveva portato molto vicino alla morte. Durante la degenza in ospedale, ripetutamente mi trovai in stati di coscienza non ordinari (solo molti anni dopo, avrei letto i libri che trattano le NDE: near death experiences, le esperienze di vicinanza con la morte ed il loro eventuale potere trasformativo). In quei momenti percepivo con chiarezza la vita da prospettive totalmente nuove e fu come se potessi ricordare quale era la mia vera natura, riconoscere quanto futili erano gli affanni dell’io e i nodi del pensiero. La vita appariva illusoria, e tuttavia sentivo che l’avrei apprezzata molto di più se avessi potuto vivere ancora, anche se la morte fisica, in quei momenti, mi pareva un fatto davvero insignificante che neppure poteva toccare lo spazio senza confini della coscienza, che era il mio vero Sé. In esso, apparivano lo spazio e il tempo, il corpo, gli oggetti e i pensieri. Avevo momenti estatici nella percezione della beatitudine della coscienza immersa in se stessa che era una realtà autoevidente, seppure il mio corpo fosse martoriato. La consapevolezza abbracciava spazi impensabili e faceva apparire la trama del passato da una prospettiva nuova, in cui mi pareva come un’illusione da cui mi stavo destando nella profondità di attimi eterni.
Guarito dalle numerose fratture e tornato in Italia, mi accorsi che certi miei atteggiamenti di fondo erano definitivamente cambiati, tuttavia quello stato di stupenda lucidità tendeva a venir sempre più offuscato man mano che ricadevo in qualche attaccamento, mi illudevo nel gioco di altri “io” creati dal pensiero con cui mi identificavo, vedevo emergere le dinamiche dei giochi familiari in cui ero cresciuto, e mi confrontavo con le caratteristiche e i limiti del mio carattere che parevano immodificabili. Così ebbe inizio quello che ora posso definire il lavoro d’integrazione. La laurea in psicologia, un periodo d’analisi junghiana, lo studio delle filosofie orientali il Buddismo, Hinduismo, Aurobindo, Krishnamurti, la Teosofia, la storia delle religioni e la psicologia moderna, la fisica quantistica e il nuovo paradigma, le Upanishad, sciamanesimo e antropologia, stati di coscienza, mitologia, Jung, Hillman, Nisargadatta Maharaj, Nietszche, filosofia e letteratura varia… ecc... Ma mi rendevo conto che tutto questo conoscere non è infondo che astrazione rispetto al concreto confronto, momento per momento con il fluire della vita, con il mondo dei sentimenti, con le passioni e i desideri, con i tumulti dell’anima, con il confronto con sé stessi, il confronto con la natura tragica della vita in cui tutto è transitorio. Nella ricerca mi son trovato a dover metter d’accordo aspetti assai contrastanti, essendo attratto fortemente sia dall’ascesi e dalla meditazione, sia dai sensi e dalla ricerca del piacere. Anche lo studio dei testi mi conduceva a volte a lotte interiori, nel confronto con teorie opposte e antitetiche ed entrambe vere, che perciò evocavano irrisolvibili paradossi, che tuttavia spesso in attimi di chiarezza, attraverso un lampo d’intelligenza intuitiva, si completavano vicendevolmente. Paradossi e unione degli opposti erano, perciò i temi ricorrenti di quegli anni di ricerca in cui dovevo mettere assieme pulsioni diverse e cercare di dar senso alla vita, intanto che mi stavo laureando in psicologia. Lavorando su questi temi ho frequentato diversi maestri, e negli Stati Uniti leader famosi delle emergenti correnti della psicologia. Dopo circa sei anni dall’incidente in Usa, sono arrivato da Sri Babaji di Herakhan in India, un maestro della tradizione shivaita considerato in India un Guru del più alto lignaggio. Egli sarebbe diventato il mio fondamentale riferimento spirituale d’allora in poi. Sotto la sua guida ho iniziato le pratiche vere e proprie, le discipline spirituali e la meditazione, con lunghi ritiri nell’eremitaggio ai piedi dell’Himalaya. Pratiche corporee severe e discipline diverse, nel contesto comunitario, possono rendere davvero integrale il lavoro che qui si svolge.
Fu all’inizio degli anni ottanta, proprio a Herakhan, che sotto Suo diretto suggerimento sperimentai una insegnante Italiana che lo aveva appreso da Orr in America il Rebirthing, una potente tecnica di respirazione intensa e prolungata. Ebbi un’esperienza per molti versi straordinaria e inaspettata, certamente tra le più importanti ed interessanti della mia vita. Durante la mia prima respirazione infatti, dopo passaggi in stati diversi accompagnati da sensazioni fisiche inusuali, ritrovai la percezione chiara e diretta dello stesso stato di consapevolezza “espansa” che avevo sperimentato prima d’allora solo all’ospedale, quando mi trovavo tra la vita e la morte. Ora senza dover pagare un tanto caro biglietto d’accesso all’altra realtà, semplicemente attraverso questa respirazione, dopo diversi passaggi interiori, ritrovavo l’attimo eterno, la natura non duale del Cosmo e il mio vero Sé.
Per altro fu straordinario l’effetto che parallelamente si manifestò sul piano fisico cioè la completa guarigione di un mal di schiena che mi portavo come esito delle fratture riportate nell’incidente motociclistico.
Così non solo avevo avuto un’insperata e quasi miracolosa guarigione da un disturbo cronico alla spina dorsale considerato inguaribile, ma avevo trovato un metodo che mi permetteva di alterare lo stato della coscienza e ristabilire il contatto con le dimensioni più profonde. Negli anni avrei dedicato tutte le mie energie ad un’applicazione che tenesse in conto la dimensione Transpersonale, ma saldamente ancorata ad una visione il quanto più possibile integrale. Avevo riconosciuto che attraverso la respirazione si attivavano processi che potevano interessare tutti i livelli e che ad ogni livello si potevano attivare questi potenziali terapeutici, e che le problematiche dei livelli inferiori dovevano essere opportunamente affrontate perché le eventuali esperienze transpersonali potessero essere assimilate e stabilizzate.
Compresi presto che le potenzialità del Rebirthing non erano state mai sfruttate appieno a causa di una base filosofica assai superficiale e discutibile delle prime scuole d’origine statunitense, che mi parevano indirizzate verso un narcisistico rafforzamento dell’io piuttosto che ad una reale comprensione della sua natura illusoria. Se non fosse stato Sri Babaji stesso a suggerirmelo, forse non avrei neppure provato quest’esperienza perché, da quanto sapevo del Rebirthing, ero giunto alla conclusione che doveva trattarsi di una delle tante pratiche di moda della New Age, basate sul pensiero positivo e l’illuminazione a buon mercato (basti dire che da molte scuole veniva proposta perfino l’immortalità fisica). Era evidente, secondo il mio punto di vista, che molte cose insegnate e scritte nei libri dei fondatori del Rebirthing, erano adatte soltanto ai principianti, in quanto in una estrema semplificazione degli aspetti psicologici e spirituali dell’individuo si era perduta ogni profondità e prospettiva.
Dopo anni di pratica durante i quali avevo seguito migliaia di casi, tenuto centinaia di seminari, scritto due libri sull’argomento e raccolto molte soddisfazioni, potevo affermare con certezza che per un gran numero di soggetti il Rebirthing si dimostrava straordinariamente efficace nel produrre esperienze trasformative spontanee che nascevano spesso da un susseguirsi di sblocchi, sia fisici con razioni tipiche della bioenergetica, sia emozionali con reazioni di catarsi, sia con lo svelamento di contenuti inconsci, oppure stati di lucidità e insight, e momenti di profonda consapevolezza che culminavano, nell’esperienza del Sé, che le parole non possono descrivere.
Giunto ad una certa maturazione nel mettere assieme un coerente approccio che, oltre alla psicologia classica tenesse conto della dimensione Transpersonale, ho incontrato i libri fondamentali di Ken Wilber e lo sviluppo del mio lavoro ne ha ricevuto un grande contributo perché finalmente in una “Psicologia Integrale” potevo trovare il contenitore teorico delle diverse esperienze indotte dal metodo che avevo sviluppato, e un confronto fecondo tra il mio lavoro di ricerca interiore, la filosofia orientale e i più moderni studi scientifici multidisciplinari ad ampio spettro.
Lo scopo di una "Psicologia Integrale" è, appunto, quello di onorare e abbracciare ogni aspetto della coscienza umana. Wilber mettendo assieme centinaia di sorgenti, Orientali e Occidentali, antiche e moderne, crea un modello che include le onde di sviluppo, le correnti di sviluppo, gli stati di coscienza, e l'io che segue il loro percorso dal subconscio, al conscio, al superconscio.
Benché Ken Wilber sia considerato nel mondo tra i più grandi filosofi viventi e le sue opere siano diffuse in decine di traduzioni come nessun altro saggista contemporaneo in America, in Italia la sua opera è poco conosciuta.
Wilber considera necessario che qualcuno ricordi che la psicologia ha la sua vera origine nelle tradizioni spirituali. Ci ricorda che il concetto d’inconscio reso popolare da Von Hartman con Filosofia dell'Inconscio nel 1869, derivava da Schopenhauer, il quale, a sua volta, derivava la sua visione del mondo principalmente dal misticismo Orientale, il Buddismo e le Upanishad in particolare. Sotto la coscienza individuale giace una coscienza cosmica che per la maggior parte della gente è "inconscia", ma che può essere risvegliata e pienamente realizzata, il rendere conscio ciò che è inconscio e il maggior bene per l'uomo. Persino Freud la cui visione materialista è ben nota, prese il concetto di “Es” da Groddeck, che teorizzava l'esistenza di un Tao cosmico o di un organico spirito universale.
Wilber ci ricorda che Fechner, William James, J. Mark Baldwin, che sono i padri della psicologia, cercarono di essere pienamente scientifici e pienamente spirituali e non trovarono contraddizione o difficoltà in questo grande abbraccio.
"La psicologia è lo studio della coscienza umana e delle sue manifestazioni nel comportamento. Le funzioni della coscienza includono la percezione, il desiderio, la volontà e l'azione. Le strutture della coscienza, di cui alcune sfaccettature possono essere inconsce, includono il corpo, la mente, l'anima e lo spirito. Gli stati di coscienza includono gli stati normali (veglia, sonno e sogno) e gli stati alterati (stati non ordinari e meditativi). I modi della coscienza includono l'estetica, la morale e la scienza. Lo sviluppo della coscienza si espande all'intero spettro dal "prepersonale" al "personale" e al "transpersonale", dal subconscio, al conscio al superconscio, dall'Es, all'Ego, allo Spirito. Gli aspetti relazionali e comportamentali della coscienza si riferiscono alla sua mutua interazione con il mondo oggettivo esteriore e il condiviso mondo socioculturale di percezioni e valori condivisi. Il grande problema della psicologia, per come si è storicamente sviluppata, è che frequentemente la maggior parte delle differenti scuole ha preso uno solo dei molteplici aspetti di questo fenomeno straordinariamente ricco e sfaccettato, annunciando che solo quello era l'aspetto che valeva la pena studiare (o perfino che era l'unico aspetto esistente). Il Comportamentismo notoriamente ha ridotto la coscienza alle sue manifestazioni comportamentali osservabili. La psicoanalisi ha ridotto la coscienza alle strutture dell'io e al loro impatto con l’es. L'Esistenzialismo ha ridotto la coscienza alle strutture personali e alle modalità intenzionali. Molte scuole di Psicologia Transpersonale focalizzano l'attenzione solamente sugli stati alterati di coscienza, senza una coerente teoria dello sviluppo delle strutture della coscienza. Le Psicologie dell'Oriente tipicamente eccellono nella descrizione dello sviluppo della coscienza dagli ambiti personali a quelli transpersonali, ma hanno una comprensione molto limitata degli sviluppi precedenti, cioè dal prepersonale al personale. La scienza cognitiva porta mirabilmente l'empirismo scientifico ad affrontare il problema, ma spesso finisce nel ridurre semplicemente la coscienza alle dimensioni obbiettive dei meccanismi neuronali e a funzioni simili a quelle di un biocomputer, devastando così il mondo della vita e della coscienza stessa.
Wilber ci mostra che invece tutti gli aspetti sopra menzionati sono una parte importante della storia umana e tutti vanno presi in considerazione."
La "Grande Catena dell'Essere" è il "Grande Campo dell'Essere", ciascuna successiva dimensione abbraccia e avvolge la precedente, come si può rappresentare con una serie di cerchi concentrici o sfere. Per ogni livello c’è l’approccio adatto e specifico.
Negli ultimi circa 3000 anni, i filosofi che si sono occupati di Filosofia Perenne si sono trovati in accordo quasi unanime, anche quando provengono da culture diverse, sui principali livelli del Grande Campo, sebbene il numero delle divisioni di questi livelli possa variare considerevolmente. Alcune tradizioni presentano solo tre maggiori principali livelli o reami (corpo, mente e spirito o grossolano, sottile e causale). Altri ne hanno presentati 5 (materia, corpo, mente, anima e spirito), altri ancora, sette (i sette chakra della Kundalini). La maggior parte delle tradizioni ha inoltre distinzioni molto sofisticate di questi livelli, offrendo spesso 12, 30, e anche 108 suddivisioni dei livelli dell'essere e della coscienza che possono essere definiti nel tentar di rappresentare questo tanto complesso Cosmo. (Ken Wilber scrive Kosmo ad indicare una totalità che comprenda anche la coscienza insita nel cosmo).
Scrive Ken Wilber: “Molti di questi filosofi del perenne come per esempio Plotino e Aurobindo, hanno trovato che una dozzina di livelli di coscienza poteva essere il numero adatto.
Il Grande Campo è semplicemente un grande nido morfogenetico che offre uno spazio di sviluppo nel quale i potenziali umani possono realizzarsi. I livelli di base del Grande Campo sono le onde di base di tale sviluppo: dalla materia al corpo, alla mente, all'anima e allo spirito.
L'io (il sé) naviga attraverso le onde di base del Grande Campo, usando le sue capacità di identificarsi con ogni onda e di cavalcarla sino ad una specie di completamento. L'io ha la capacità d'identificarsi intimamente con un livello di coscienza, di diventare competente a quel livello e poi disidentificarsi da esso (integrandolo), allo scopo di salire alla successiva più alta e ampia sfera, per identificarsi con essa (e così via sino all'esaurimento delle sue capacità di crescita).
Ogni volta che il centro di gravità dell'io orbita attorno ad un nuovo livello di coscienza, manifesta certamente una nuova e differente prospettiva della vita. Proprio perché ogni livello di base del Grande Campo ha una differente architettura, l'io ad ogni livello vede un mondo differente: affronta nuove paure, ha differenti scopi, soffre di nuovi problemi. Ha un nuovo set di bisogni, una nuova classe morale, un nuovo senso di sé”.
Ken Wilber è un fondamentale riferimento per chi segue un sentiero di ricerca interiore o pratichi qualunque tecnica terapeutica, d’autoconoscenza o di sviluppo del potenziale. Peculiare di Wilber è il poter unire una profonda esperienza con la meditazione, l’esperienza diretta degli stati di coscienza più profondi (Satori, stati di assorbimento o Samadhi, stati contemplativi, ecc) all’essere uno scienziato e un intellettuale erudito e lucido, in grado di organizzare una immensa mole di conoscenze culturali.
Wilber ci ricorda che l’evoluzione umana non si è fermata in tempi mitici, nel glorioso passato dell’Età dell’Oro, ma che continua e si sviluppa con l’emergere di una più ampia consapevolezza che va oltre l’io razionale in dimensioni translogiche, verso un emergente nuovo piano di coscienza in cui l’intuizione sostituisce o integra il pensiero. Non si tratta quindi di un ritorno al passato romantico dell’innocenza delle origini o dell’infanzia, ma della conquista di una più ampia consapevolezza di sé e del Cosmo.
Del suo approccio teorico sono di sostanziale importanza anche i cosiddetti 4 quadranti: il mondo soggettivo interiore dell’io, il mondo oggettivo del corpo, (due quadrati superiori) il mondo della psiche collettiva della cultura cui apparteniamo, e il mondo fisico della società in cui viviamo (due quadrati inferiori).
“La più importante implicazione di un approccio "tutti i livelli, tutti i quadranti" alla spiritualità, consiste nel fatto che i livelli fisco, emozionale, mentale, e spirituale, dovrebbero essere simultaneamente esercitati nel Sé, nella cultura e nella natura, nei domini dell'io del noi e del ciò. Ci sono numerose variazioni di questo tema, che vanno dalle pratiche trasformative integrali, alla spiritualità diretta al bene sociale, e alle relazioni come cammino spirituale. Il numero dei gruppi e delle organizzazioni che applicano pionieristicamente questo tipo di approccio è troppo grande per farne una lista.”

E’ molto difficile sintetizzare il pensiero di Ken Wilber perché i suoi voluminosi trattati sono a loro volta delle grandi sintesi, e non è questa la sede per riassumerne l’opera, ma solo per accennare l’importanza del suo approccio per il mio lavoro.
Il Rebirthing, come molti sanno, è una pratica basata su una particolare respirazione intensa e prolungata, con sedute individuali o seminari di gruppo, in cui viene dato, dopo una introduzione verbale, tutto il tempo necessario a completare un ciclo respiratorio mantenendo una respirazione libera e circolare in posizione supina. Alla fine della seduta, che può durare sino alle due ore o oltre, dopo le fasi di rilassamento ed eventualmente di meditazione, si svolge un colloquio per elaborare e interpretare, per quanto necessario, l’accaduto.
Il setting che considero più opportuno è quello in cui l’individuo si appresta ad affrontare ciò che emerge spontaneamente man mano che il respiro produce i suoi effetti di attivazione, rimanendo in uno stato di attenzione passiva, di consapevolezza momento per momento di ciò che si manifesta, nell’ineffabile ascolto della sensazione di essere vivi, attenti alla domanda interiore “Chi dice: Io Sono?, “Chi sta provando questo?” “Che cosa provo ad essere vivo ora?”. Come afferma Ramana Maharsi: “Altri sentieri si sforzano di raggiungere qualcosa, l'autoindagine cerca colui che fa lo sforzo”.
Con questa disposizione e presenza mentale la seduta produrrà ciò che davvero deve produrre e permetterà non solo alla coscienza di confrontarsi ed integrare beneficamente le sensazioni fisiche, emotive, mentali e le percezioni degli stati sottili e psichici, ma, eventualmente nei soggetti interiormente maturi, di riconoscersi, oltre le trame della vita, come il Sé che trascende lo spazio e il tempo.
Osservando l’io nella sua trasparenza, lasciando accadere senza scelta ciò che emerge, la seduta sarà imprevedibile e auto-regolata dalla saggezza intrinseca e dal potenziale di guarigione di ognuno.
La trasparenza dell’io sorge quando guardiamo alle cose della vita senza identificazione in colui che agisce come entità separata, senza identificarci quindi in colui che desidera e teme, ma nella chiarezza dell’osservazione dei fenomeni nella loro interezza oggettiva. Quest’osservare che nasce dal silenzio interiore e dalla presenza mentale ci permette di tornare a vivere in presa diretta con il presente e di ritrovare la sintonia con la vita nella sua pienezza. Superato l’infantilismo del pensiero magico, il conformismo del pensiero mitico e l’aridità del pensiero esclusivamente razionale, si aprono spazi all’intuizione, e all’amore, e ciò ci permette di vivere il nostro quotidiano in modo assai diverso sotto ogni aspetto.
Il Rebirthing Transpersonale si pone nella prospettiva di accogliere tutti i diversi livelli per integrarli nella coscienza, evitando le illusioni prodotte dai desideri dell’io, dalle aspettative romantiche e dalle fantasie di onnipotenza che spesso sono gli ingredienti tossici presenti in molte ricette altresì olistiche.
Il metodo è applicato evitando ogni manipolazione, nella chiara percezione di “ciò che è”, nell’attenzione non divisa al presente, e al reale, in un contesto rassicurante che metta l’individuo nelle condizioni di avere il coraggio di lasciarsi andare ed affrontare i contenuti che possono manifestarsi senza che dall’esterno ci siano influenze determinanti la sua esperienza.
Ne ho constatato l’efficacia straordinaria per la soluzione degli attacchi di panico dato lo specifico e accertato rapporto tra questo disturbo e la respirazione.
Ho notato che gli individui refrattari al metodo sono un’esigua minoranza, numerosissimi coloro che risolvono in breve tempo problematiche emotive, psicosomatiche, l’ansia e la depressione e i disturbi della personalità, e che un numero davvero notevole di soggetti giunge a stati di consapevolezza profonda e può iniziare un autentico processo di realizzazione di sé.
E’ caratteristica del contesto integrale, il riconoscere, l’accogliere e mettere assieme i diversi livelli, con una visione la più ampia possibile. Ogni teoria è vera ma parziale e possiamo accoglierne il contributo all’interno di una visione onnicomprensiva.
La Psicologia del futuro, quest’approccio integrale, deve mantenere un’apertura intuitiva e flessibile in grado cogliere sempre più ampi spazi dell’essere, per permettere all’individuo di realizzare la pienezza delle sue possibilità, e il Rebirthing Transpersonale coinvolgendo corpo, emozioni, mente e spirito, penso possa essere davvero uno dei più efficaci metodi di sviluppo integrale dell’individuo.

Il Dott. FILIPPO FALZONI GALLERANI, dopo la laurea in Italia ha approfondito gli studi di psicologia negli Stati Uniti, da oltre 30 anni risiede parte dell’anno in India. La sua ricerca lo ha condotto ad una sintesi tra la saggezza Orientale e la scienza Occidentale in linea con i principi delle più avanzate correnti della Psicologia Transpersonale. E' fondatore dell'Associazione A.R.A.T. (Associazione Rebirthing ad Approccio Transpersonale)
E’ autore di: "IL RESPIRO DELL'ANIMA" (Armenia 1991) riedito nel 2004 con il titolo "LA FORZA DI GUARIGIONE DEL RESPIRO", di "REBIRTHING TRANSPERSONALE" (Rusconi 1996 ora esaurito). Nel 2005 ha pubblicato un nuovo libro di circa 800 pagine (in due volumi) che può essere richiesto all'Associazione ( falzoni@galactica.it) intitolato: "L'IO TRASPARENTE" che contiene, una parte antologica con traduzioni inedite di alcune Upanishad, di brani di Ken Wilber e di diversi autori.

Ha pubblicato numerosi articoli su quotidiani e riviste ed ha tenuto conferenze e seminari in numerosi congressi nazionali ed internazionali. Telemontecarlo ha dedicato un servizio specifico sulla sua attività professionale nel 1991. Recentemente è stato intervistato da Rai 2.
Ha svolto seminari per maestri di Yoga, per manager e lezioni sulla Psicologia Transpersonale agli Psicologi delle USSL.

Sul piano sportivo è stato protagonista nel 1971 del Raid motociclistico Terra del Fuoco - Alaska.

Consulta l'elenco dei libri direttamente dal sito di A.R.A.T.

Filippo Falzoni Gallerani
"Rebirthing Transpersonale"


Usare le potenzialità del respiro per liberare l'energia, vivere meglio e rinnovarsi Rusconi Editore 'Vivere è respirare e respirare è vivere' A. VAN LYSEBETH La respirazione è una funzione fondamentale: incessantemente alimenta la nostra vita e può costituire il trait d'union fra corpo, mente e coscienza. Eppure ci preoccupiamo poco della sua correttezza e raramente ci rendiamo conto della forza che essa racchiude. Mentre da millenni nei paesi orientali è considerata d'importanza primaria, nei paesi industrialmente avanzati i metodi di regolazione e controllo ad essa associati sono divenuti oggetto di interesse e di serie ricerche e applicazioni solo di recente. Dopo essersi soffermato sulla centralità della respirazione e sulle origini e caratteristiche del rebirthing (rinascita) transpersonale, l'autore illustra il suo metodo personale, sintesi di conoscenza ed esperienza, esemplifica gli ambiti d'intervento dando conto di "casi clinici', indica i possibili traguardi: la riscoperta delle potenzialità di autoregolazione dei proprio respiro, ma anche un ottimale sviluppo bio-psico-spirituale con consapevole apertura a una visione cosmica e intuitiva, oltre che individuale e logica, della vita.


Filippo Falzoni Gallerani
"Il respiro dell'anima"


Tecniche di respirazione per vincere l'ansia e trovare la via dell'autorealizzazione Armenia Editore Il nostro modo naturale di respirare viene spesso modificato dai ritmi di una vita affannata che non conosce pause, nonché dalla nostra incapacità di dominare ansie, stress, frustrazioni, angosce: mali talmente radicati in noi da sembrare inestirpabili. Così il nostro respiro perde la sua funzione rigeneratrice, non è più un sollievo, un atto spontaneo e liberatorio, è invece il prigioniero di una sorta di corazza costituita da muscoli respiratori irrigiditi. Coniugando perfettamente teoria e pratica Falzoni accompagno il lettore in un cammino che ha come punto d'arrivo la respirazione liberatoria capace di rilassare, donare energia fisica e interiore, purificare. Il respiro dell'anima è dunque consigliato soprattutto a quelle persone che soffrono di stati depressivi, insicurezza, nervosismo, ansia, ma anche a tutti coloro che ritengono sia giunto il momento di prendere in mano le redini della propria vita per ritrovare pace e serenità. Innovativo e incoraggiante questo saggio raccoglie la testimonianza di molte persone incontrate dall'Autore, e da lui "erudite", che confermano di aver ritrovato un generale benessere e di guardare alla vita in modo più positivo e ottimistico da quando hanno rivoluzionato il loro modo di respirare.


Filippo Falzoni Gallerani
"L'Io Trasparente"


Volume I

La prima parte consta d'alcuni capitoli introduttivi su temi fondamentali dell'approccio transpersonale. I primi capitoli sono mie riflessioni sulla ricerca del sé da diverse prospettive.
La seconda parte è un po' manualistica e intende dare una descrizione semplice di come questo metodo si applica secondo i principi della scuola, che interesserà soprattutto chi intende praticare il metodo.
La terza parte è dedicata alle esperienze dirette di alcuni soggetti, in particolare alle esperienze di visioni e sogni lucidi. Purtroppo non sempre si tratta dei casi più emblematici o delle sedute più significative ma di quelle che ho a disposizione. Questa parte è ancora in opera e continuerà ad essere ampliata nelle prossime edizioni.
La quarta parte: mia traduzione di alcuni brani dalle Upanishad, la Ribhu Gita (la Gita di Shiva), Avadhoota Gita, (Gita di Dattatreya) Astavakra Samhita, Vijananabhairava, un brano del Brahma Sutra di Shankara, la mia traduzione della Ramana Gita, e una raccolta di Aforismi di saggezza.
Appendice: esercizi semplici di respirazione ed esercizi classici del Pranayama indiano che, al contrario del Rebirthing ad Approccio Transpersonale, possono essere praticati autonomamente anche da principianti. Postfazione, Bibliografia e Indice.

Volume II

La prima parte è una raccolta di brani di diversi autori su temi transpersonali. Roger Walsh, Frances Vaughan, Stanislav Grof, Candace Pert, Fritjof Capra, Laura Boggio Gilot, Ram Dass, Sri Aurobindo, Gurdjieff.
La seconda parte è dedicata a Ken Wilber con brani da me tradotti, tratti da diversi libri e alcune pagine da Integral Psychology.
La terza parte: brani di Isabella di Soragna, Rudy Rucker, Daniel Goleman, Mircea Eliade, U.G. Krishnamurti, Jiddu Krishnamurti, Nisargadatta Maharaj, Meister Eckhart, d.t. Suzuki, D. E. Harding, Alan Watts, Chogyam Trungpa, Lama Yeshe, Mircea Eliade, Venkatesananda Swami, Van Del Leev.
Appendice: una sintesi delle pratiche classiche di meditazione (hindu e buddhista) tratta da Le Trasformazioni della Coscienza, di Ken Wilber, Jack Engler, Daniel P. Brown, dedicata ai praticanti avanzati.

Approfondisci il contenuto del libro "L'Io Trasparente" direttamente sul sito di A.R.A.T.

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